Il settore O/P (Ondulati & Psittacidi) che vorrei...

In questi giorni i vertici della Federazione stanno affrontando il delicato tema della riorganizzazione del "settore giudici" con particolare riferimento a quello degli Ondulati & Psittacidi.

Mi permetto di formulare la presente proposta perchè, al di là di quello che alcuni sostengono circa la mia volontà distruttiva, vorrei dimostrare invece la mia intenzione sicuramente critica (in alcuni casi anche durissima), ma assolutamente costruttiva.

Naturalmente, le proposte si possono formulare quando esiste una controparte disposta ad ascoltare le ragioni degli altri, come in questo momento mi sembra stia accadendo.

A causa della mia formazione professionale sono portato ad esprimere il mio pensiero per schemi, cosa che farò anche in questo caso:

1) suddivisione del settore;

2) costituzione dei gruppi dei giudici per singola specializzazione;

3) formazione ed esame dei nuovi giudici;

4) verifica dell'attuale livello di competenza del gruppo giudici;

5) corsi di aggiornamento;

6) adozione e rispetto del codice etico

1) suddivisione del settore - la grande quantità di Generi,  specie e relative mutazioni di Psittacidi, che devono essere conosciute da ogni singolo giudice, impediscono l'erogazione di una valutazione mediamente sufficiente. Credo che sia umanamente impossibile mettersi in condizione di valutare tutti gli esemplari ammessi a concorso con un dignitoso livello di competenza. La prima cosa da fare, a mio parere, dovrebbe essere quella di suddividere il settore in tre blocchi:

Piccoli pappagalli (P) comprendenti gli Agapornis, i Forpus e i Bolborhynchus - Ondulati (O) comprendenti solo gli ondulati, sia colore che di forma & posizione - Grandi pappagalli (G) tutti quelli che restano esclusi dai primi due gruppi.

2) costituzione dei gruppi dei giudici per singola specializzazione

Faccio una premessa prendendo ad esempio l'organizzazione dei giudizi al Masters BVA, poichè la ritengo la più affidabile in termini di qualità di giudizi.

In mostra sono ammessi solo ed esclusivamente Agapornis, e vengono invitati a giudicare i migliori giudici europei, non specialisti del Genere Agapornis, bensì di ogni singola specie di Agapornis!!

Per cui vengono invitati gli esperti dei roseicollis, dei fischeri, dei nigrigenis etc etc. ed è molto raro il caso in cui un giudice passi da una specie all'altra se non in seguito a dimostrata competenza tecnica.

In qualche modo, anche da noi, nelle mostre specialistiche più importanti si tende ad imitare una simile impostazione, anche se non formalmente codificata.

Tutti noi allevatori (o almeno quelli di un certo livello) e gli stessi giudici conosciamo le propensioni di ognuno di loro, che di norma coincidono con i Generi e le specie dallo stesso allevate.

Sono certo che più di chiunque altro il designatore dei giudici conosca perfettamente le attitudini dei singoli membri, in base alle richieste-trattative che sarà costretto a sostenere ogni qualvolta dovrà inviare il gruppo giudicante alle singole mostre!!

Non sarebbe difficile suddividere l'attuale corpo giudicante (attualmente composto da 37 unità) sulla base dei tre gruppi sopra indicati; ognuno di loro andrebbe inquadrato in uno o più gruppi di specializzazione.

Ogni giudice, in base al proprio livello di competenze, potrebbe essere inserito in un gruppo, ma anche in due e persino in tutti e tre, dipende ovviamente dal grado di conoscenza.

Per un determinato periodo di transazione, al fine di operare un trapasso senza traumi, si potrebbe assegnare ad ogni giudice la sigla di "competenza prevalente" con l'obiettivo della separazione più netta al termine del periodo provvisorio.

Per esempio, se il giudice Tizio viene classificato O-P-G, significa che la sua migliore attitudine si esprime negli Ondulati poi nei Piccoli Psittacidi ed infine nei Grandi.

Al termine del periodo di transazione ogni giudice dovrebbe essere inquadrato nei gruppi di reale competenza; quindi Tizio ha solo O, Caio ha P e O, perchè competente in entrambi i gruppi, Sempronio ha POG perchè è "se la cava" in tutti e tre i gruppi.

Ai fini della designazione alle varie mostre, a quelle specialistiche, verranno assegnati giudici appartenenti ad un solo gruppo mentre in quelle dove la presenza degli O/P è limitata verrà inviato un giudice POG.

3) formazione ed esame dei nuovi giudici

Naturalmente i corsi di formazione per i nuovi giudici dovrebbero essere rivisti per adeguarli alle tre specializzazioni; per quanto riguarda la teoria si potrebbe prevedere una parte del corso comune ed una specifica per ogni gruppo.

La parte pratica invece (10 prove di giudizio al fianco di un giudice esperto), dovrebbe interessare solo le specializzazioni prescelte (da 1 a 3) e si dovrebbe evitare di contrabbandare per "prova" ogni altro tipo di attività collaterale (presenza a corsi etc.) Il calendario delle prove tecniche, compreso i nominativi dei giudici esperti con relativi abbinamenti, dovrebbero essere fissati dal presidente dell'ordine.

La prova d'esame per diventare una cosa seria dovrebbe valutare la reale predisposizione e la competenza dell'allievo. 

Io eviterei di affidare il compito della valutazione alla C.T.N., costituirei invece un' apposita commissione d'esame composta dal presidente dell'ordine dei giudici, da un delegato della presidenza della FOI e da uno o più tecnici esperti individuati dai primi due.

4) verifica dell'attuale livello di competenza del gruppo giudici

Questo è un problema non di facile soluzione perchè nell'attuale gruppo si concentrano tutti gli errori e le approssimazioni del passato.

Credo però che i vertici della Federazione ed in particolare il presidente dell'ordine, che rappresenta l'interfaccia dei comitati organizzatori di tutte mostre, siano consapevoli del fatto che qualche misura per alzare il livello delle competenze vada assolutamente presa.

La cosa più semplice sarebbe quella di organizzare un esame di verifica per tutto il corpo giudici O/P, ma non mi azzardo neppure a proporla perchè non sarebbe sicuramente fattibile.

Penso invece che la soluzione potrebbe essere quella di costituire una commissione permanente composta da due o tre membri di alto spessore tecnico, debitamente munita dei poteri necessari, a cui affidare il compito di valutare i cartellini di giudizio espressi e quindi l'operato degli stessi giudici.

Sulla base ai rilevamenti effettuati, l'organo di governo dei giudici dovrebbe prendere le misure del caso, che potrebbero andare dal rinvio ad un nuovo esame, alla erogazione di un periodo di sospensione, più o meno lungo. 

5) corsi di aggiornamento

Per recuperare un livello di competenza mediamente accettabile, oltre alle misure indicate al punto 4), sarebbe opportuno organizzare un programma molto intenso per un aggiornamento dell'intero corpo giudici.

Il programma si dovrebbe svolgere in aula (con un veloce pranzo a buffet...), attraverso la proiezione di slide che ritraggano le immagini degli uccelli con il relativo commento dello standard.

Il nodo centrale però resta quello del (o dei) relatore, che a mio parere dovrebbe essere un tecnico esterno al gruppo e di grande levatura tecnico-scientifica; in proposito potrei indicare almeno tre o quattro nominativi.

I corsi di aggiornamento, negli anni a venire, devono poi essere regolarmente effettuati per mantenere la competenza in linea con le frequenti evoluzioni del settore degli Psittacidi.

Ne approfitto per dire che sarebbe anche ora di mettere qualche freno al costante ed eccessivo incremento delle nuove mutazioni che vengono inserite negli standard, perchè richiesti da qualche allevatore.

Inoltre, non ammetterei a concorso i soggetti sprovvisti di standard: il compromesso raggiunto con gli organizzatori delle mostre (per ovvie ragioni economiche) non ha nessun senso, se non quello di togliere dalle tasche di qualcuno che presenta un uccello (che verrà giudicato in una categoria secondaria) 4 o 5 euro, e il giudice dovrà forzatamente valutarlo sulla base del proprio gusto personale, dato che non esiste nessuno standard di riferimento.

6) adozione e rispetto del codice etico

Io non ho ancora avuto occasione di visionare quello già predisposto, tuttavia ritengo un codice etico uno strumento estremamente utile per mettere dei punti fermi sui principi fondamentali che condizionano i comportamenti.

Vorrei sottolineare due cose, però:

a) un codice etico non ha nessun valore e non produrrà nessun effetto se i primi ad applicarlo ed a dare l'esempio non saranno i vertici della Federazione!!!;

E per non fare polemica dico solo che si deve migliorare molto da questo punto di vista...

b) un codice etico, come qualsiasi altro regolamento o legge, deve prevedere sanzioni che devono essere applicate con equità e fermezza!!

E anche su questo non voglio aprire nessuna polemica....

Infine, su questo punto voglio introdurre un'altra questione, a mio parere, ben più importante del codice etico: mi riferisco al grado di autonomia e di indipendenza che si dovrebbe assicurare ai due poteri che caratterizzano la FOI,  da una parte il potere legislativo-gestionale e dall'altra, quello dell'ordine del giudici.

Se il potere della "parte gestionale" prevarica su quello della "parte giudicante" si corre il rischio di avere un servizio giudicante piegato alle esigenze "politico-elettorali" del primo, mentre se il secondo prevale sul primo si può correre il rischio di una grave dequalificazione dei giudizi.

Faccio un esempio: supponiamo che una C.T.N. si crei un proprio bacino elettorale attraverso l'inserimento in organico di nuovi giudici, la cui caratteristica principale sia quella dell'affidabilità a scapito della competenza e che in tal modo riesca a garantirsi la maggioranza dei voti e quindi l'eleggibilità permanente.

Quali sarebbero le misure che potrebbe assumere il "potere legislativo-gestionale" per riportare al giusto equilibrio la situazione, se il "potere giudicante" fosse protetto da una forte autonomia?

Questo, a mio parere, è uno dei punti cruciali nel progetto di riorganizzazione del sistema FOI ma sinceramente non riesco ad esprimere una mia proposta.

Sarà perchè conosco tutti gli uomini che oggi ricoprono le posizioni sulla scacchiera e mi verrebbe da suggerire soluzioni forse non obiettive, ma troppo condizionate dalle "attuali prestazioni".

Sarebbe bene che le mani sulla struttura organizzativa le mettesse qualcuno ignaro della gestione attuale.

L'unica cosa che mi sento di proporre è quella di introdurre il numero massimo dei due mandati in tutte le cariche elettive, (anche delle C.T.N.)... ma questa proposta mi sembra che sia già stata accantonata..

Castelnuovo Rangone, 23 maggio 2014