Quella sopra é una finestra del famigerato "CITES
giallo" relativo ad uno dei miei riproduttori, in pratica é la
carta di identità, rilasciata dall'Ufficio CITES competente per
territorio, previa autorizzazione dell'apposita Commissione
Scientifica con sede a Roma, che deve accompagnare l'esemplare per
tutta la sua vita. Si tratta di un vero e proprio certificato la cui
validità è riconosciuta solo sul territorio della Comunità europea.
E' dotato di un numero identificativo (IT/CE/2013/MO/00026)
facilmente interpretabile: si tratta del certificato n. 26
rilasciato dall'Ufficio di Modena, nel 2013, nel paese Italia.
Al punto 4. sono indicati gli estremi dell'anello
che vanno riportati nella denuncia di nascita facendo bene
attenzione a seguire l'ordine progressivo con cui sono stampati (attenzione!! il mancato rispetto può essere
considerato come una non conformità compromettendo in tal modo il
rilascio dei relativi certificati). Particolarmente importante é la
casella 9. che indica l'origine del soggetto: ci sono 4
classificazioni C (riprodotto in cattività) W (di origine selvatica)
F (non conforme art.54) R (proveniente da operazioni di
ranching) ed è consigliabile ed opportuno che sia di origine C.
Vi racconto il mio iter burocratico seguito dall'acquisto fino ad oggi:
20.02.2016 |
Ho acquistato una coppia di riproduttori
con al seguito la "Dichiarazione di cessione ai fini CITES"
e le copie originali dei "Certificati gialli" relativi ad entrambi gli
esemplari. |
25.02.2016 |
Ho inviato all'Ufficio CITES di Forlì la "Denuncia
di detenzione di animali vivi" (Modello SCT6).
E' scaricabile
il modello autocompilabile dal sito del CFS a questo
indirizzo () |
25.02.2016 |
Ho telefonato all'Ufficio CITES di Forlì
per sapere come fare per richiedere il Registro -
allegato A). Mi é stato risposto che per tale registro
valgono le stesse regole del più comune allegato B) e che il
registro va tenuto solo in caso di cessione di esemplari a titolo
oneroso. (la partecipazione a mostre é considerata
promozione di attività commerciale). Di
conseguenza, dato che non ho intenzione di cedere i pulli a
titolo oneroso, non ho fatto richiesta del registro. |
01.06.2016 |
Ho inviato, via e-mail all'Ufficio di
Forlì, la Denuncia di nascita relativa a tre esemplari sul
Modello SCT1/A () |
15.06.2016 |
Ho ricevuto dall'ufficio CITES la
ricevuta dell'avvenuta denuncia con relativo numero di
protocollo, praticamente identico a quello dell'allegato B).
Ho telefonato per chiedere spiegazioni e mi è stato
risposto che se non avevo intenzione di cedere o di
riprodurre non sarebbe stato necessario il "Certificato
giallo" . Per richiederlo ho dovuto inviare la "Scheda
informativa animali dell'allegato A)" (Modello
SCT2/A) e copia
dei due "certificati gialli" dei riproduttori. L'Ufficio di
Forlì ha quindi formato il mio fascicolo e lo ha spedito
alla Commissione Scientifica a Roma, per la valutazione e la
conseguente approvazione. |
12.10.2016 |
Previo appuntamento telefonico ho
ricevuto presso il mio allevamento la visita di due agenti del CFS di Forlì i
quali, su richiesta della stessa Commissione scientifica,
hanno prelevato i campioni di piume (sottocaudali) sia dei
riproduttori che dei novelli, rilasciandomi apposito
verbale. Hanno pure redatto il "Verbale di sopralluogo per
l'accertamento dei requisiti previsti dall'art. 54"
(Allegato 8). A cura e a spese dello stesso CFS sono stati
inviati i campioni alla competente ISPRA per l'accertamento,
tramite DNA, della discendenza genetica.
Salvo casi particolari tale procedura non si
dovrebbe ripetere in futuro anche perchè i requisiti
certificati con il verbale di cui all'Allegato 8 assicurano
la conformità dell'allevamento e la Commissione scientifica
dovrebbe concedere il parere positivo per l'emissione del
CITES giallo sulla base della sola denuncia di nascita.
|
oggi |
Sono in attesa che si riunisca la C.S. di
Roma per l'approvazione del mio fascicolo e per la
conseguente autorizzazione alla emissione del Certificato
giallo alla sede CITES di Forlì. |
Come avrete notato si tratta di una procedura
abbastanza semplice ed anche comprensibile, dato il valore della
certificazione rilasciata (finalizzata alla protezione di particolari
specie di uccelli in via di estinzione). Considerate anche che,
essendo la prima volta che ho fatto questa esperienza, ho commesso
qualche errore che ha ritardato l'iter. Per esempio, avrei dovuto
inviare contestualmente la denuncia
di nascita, i "cites gialli" dei riproduttori ed il modello STC2/A.
Inoltre in futuro non verrà quasi sicuramente
richiesta la prova di discendenza genetica per cui sarà sufficiente la
semplice denuncia di nascita. L'unica
differenza sostanziale rispetto all'Allegato B) è il fattore "tempo".... con
l'allegato A) non è possibile cedere un pullus dal nido per
destinarlo al pet (è inamovibile fino al possesso del certificato
giallo) mentre con il B) non esistono vincoli di sorta.
Pertanto, un
allevatore che allevi per il piacere di allevare, non avendo
esigenze di cedere in tempi rapidi, non dovrebbe avere nessuna
difficoltà ad
attendere i 7-8 mesi necessari per l'ottenimento del prezioso
documento. Mi auguro che le preoccupazioni
provocate dall'allegato A) siano dovute alla mancata conoscenza delle
norme e delle procedure che spero di essere
riuscito a dissipare con questa mia nota, in ogni caso metto a
disposizione la mia esperienza per tutti coloro avessero intenzione di provare questa
entusiasmante prova. |