Allevare in selezione

Purtroppo la smania della vittoria immediata ha fatto perdere la bella abitudine di praticare l’allevamento in selezione e con esso anche la competenza che era richiesta per condurlo.

La maggior parte dei giovani allevatori, che visitano il mio allevamento, chiedono la coppia già formata, che possa garantire loro una prole competitiva a livello di mostre fin da subito.

Con questo mio intervento vorrei dimostrare quanto possa essere gratificante il lavoro di selezione, per convincere il maggior numero di giovani ad intraprendere questo affascinante e formativo percorso.

Io ho avuto il grande piacere di vincere ben quattro Best in show ai Master del BVA in Belgio con Agapornis nigrigenis e Agapornis canus, ma il piazzamento che ho apprezzato di più in assoluto è stato una medaglia d’argento conquistata con un Agapornis roseicollis verde scuro faccia arancio: il frutto del mio lavoro di selezione condotto per oltre un decennio!

Cercherò qui di seguito di illustrare alcuni aspetti basilari per impostare un allevamento concepito con la logica della selezione

Per costruirsi un proprio ceppo, per esempio di faccia arancio, sono necessari almeno quattro soggetti: una coppia di ancestrali puri e due esemplari della mutazione, i così detti “capostipiti”.

Gli ancestrali sono indispensabili per riprodurre i portatori della mutazione interessata e devono essere assolutamente puri, oltre che tipici ed avere una colorazione del piumaggio ideale. Naturalmente anche la taglia e la struttura devono essere di buon livello.

Non è facile trovare esemplari puri e non inquinati da altre mutazioni, magari recessive, che appaiono solo in determinate casualità (accoppiando due portatori) e, per esperienza diretta, vorrei dare il consiglio di non procurarsi gli uccelli in qualche mercatino o dal primo aviario che capita.

E’ assolutamente consigliabile recarsi presso l’allevamento di un buon allevatore, possibilmente serio ed onesto, e acquistare una coppia “pura garantita”.

Anche i due esemplari mutati devono essere di buon livello e anch’essi non dovrebbero essere portatori di nessun’ altra mutazione, oltre a quella visibile sul fenotipo.

E’ necessario che anche i mutati siano puri, poiché la presenza di altre mutazioni (anche nel genotipo) contribuisce ad inquinare il colore del mantello rispetto a quello fissato dagli standard.

Sulla scelta dei capostipiti inoltre bisogna stare molto attenti, poiché se vengono selezionati soggetti atipici e non conformi agli standard, si otterrà una selezione di base meticciata, per cui, anche in questo caso, per quanto riguarda l’acquisto, vale il suggerimento dato per gli ancestrali.

Una volta scelti i quattro soggetti si possono impostare due diverse linee di sangue, formando due coppie (accoppiando un ancestrale con un mutato).

In questo caso, il sesso dei quattro riproduttori non ha nessuna importanza, poiché la mutazione faccia arancio è recessiva e indipendentemente dal sesso dei maschi e/o delle femmine, nasceranno tutti verdi/FA.

Suggerisco di predisporre le due coppie tenendo conto della tipologia di piumaggio: è opportuno accoppiare sempre un soggetto “brinato” con uno “intenso” per ottenere una discendenza di buona taglia, ma anche con un buon colore.

Accoppiare due “brinati” significa ottenere soggetti con piumaggio abbondante (e quindi anche la taglia) e con una evidente diluizione del colore, mentre accoppiare due “intensi” si avrà prole con piumaggio cortissimo (e quindi anche la taglia ridotta) con un colore più carico.

Gli allevatori che hanno un buon occhio riescono a riconoscere gli uni dagli altri con un semplice sguardo, mentre i meno esperti potranno identificare le due tipologie osservando attentamente una piuma.

E’ sufficiente prelevarla dal petto: quella del “brinato” sarà “a ventaglio”, evidenzierà una abbondanza di piumino bianco fin verso a metà della rachide e le barbule saranno meno colorate, mentre quella dell’ ”intenso” avrà forma di “lancia”, con poco piumino bianco e il colore arancio sulle barbule sarà più intenso.

Purtroppo i tantissimi accoppiamenti scorretti generano semi-brinati o semi-intensi che, a mio parere, andrebbero esclusi dalla riproduzione.

La particolare dinamica “intenso-brinato”, a mio parere, è anche la causa per la quale accoppiando due campioni (di solito entrambi semibrinati) difficilmente nasceranno soggetti altrettanto belli: l’ottimale è accoppiare le due estremità per ottenere il migliore risultato attraverso la compensazione.

Una volta ottenuta la prole dalle due coppie è necessario procedere alla selezione degli esemplari più adatti per la riproduzione, tenendo conto anche di quanto sopra detto.

Per iniziare a fissare il ceppo si potranno formare due coppie accoppiando i figli (portatori della mutazione) con i genitori mutati.

Dalle due coppie (mutato x verde/mutato) nasceranno il 50% di faccia arancio ed il 50% di portatori di faccia arancio.

A questo punto si potrà iniziare ad incrociare le due linee di sangue: per cui si accoppierà un mutato di una coppia con un portatore di mutato dell’altra, etc. etc.

Naturalmente con l’esperienza e con “l’occhio” si  otterranno risultati sempre migliori: sarà proprio la capacità di individuare i soggetti più adatti alla riproduzione, che faranno nascere i futuri campioncini.

E’ consigliabile al momento in cui si procede alla selezione degli esemplari per gli accoppiamenti futuri, che ci sia l’assistenza di qualche allevatore esperto, almeno per le prime volte.

E’ importante tenere una precisa amministrazione delle nascite e quindi dell’albero genealogico di ogni soggetto, per essere in grado di gestire la consanguineità del ceppo entro percentuali che non compromettano la solidità e la struttura fisica degli stessi uccelli; io, per quanto riguarda la consanguineità, non supero mai il 50-60%

Nel corso degli anni per rinsanguare e/o correggere il proprio ceppo (che sarà composto da due o più linee di sangue) si potrà inserire qualche ancestrale (soluzione consigliata) oppure qualche soggetto mutato, che abbia le caratteristiche che mancano al proprio.

Io per esempio, sono riuscito a salvaguardare il mio ceppo originale di faccia arancio, la cui origine risale al 2002, e quindi del “tipo tradizionale”, “traslandolo” ai “maggiorati” con l’inserimento di soli due esemplari “piuma lunga” che acquistai da un allevatore belga, applicando sostanzialmente la tecnica sopra descritta.

Lo dico a tutti i miei colleghi che si pongono come obiettivo principale (e purtroppo in diversi casi, esclusivo) la vittoria a qualche mostra: provate a crearvi un ceppo con le vostre mani e la vostra testa ed il giorno che riuscirete ad ottenere anche il minimo riconoscimento del vostro lavoro, comprenderete la ragione per la quale apprezzo molto di più un secondo posto, piuttosto che un best in show!!